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Lo Spezzatino

“Il popolo non sa organizzare tornei; il popolo non sa gestire società; il popolo non sa stilare formazioni”. È questa l’arringa di un noto giornale nazionale, Il Foglio, pubblicata ieri e che analizza le recenti vicende riguardanti il calcio a livello nazionale ed europeo.Una disamina che sposa in pieno il progetto della Superlega e che boccia definitivamente il coinvolgimento del popolo, della gente. Il tutto in virtù delle recenti prese di posizioni, nonché comportamentali, che hanno coinvolto diverse piazze italiane ed inglesi. Giusto per dovere di cronaca l’articolo è visualizzabile a questo linkhttps://www.ilfoglio.it/…/eccolo-il-calcio-del-popolo…/. E mentre leggevamo questa cagata ci arrivava la notizia che la prossima coppa Italia sarà dedicata esclusivamente a solo 40 squadre, serie A e serie B. Una riforma che allontana ancora di più il calcio dilettantistico da quello professionistico.I sogni di tante squadre di serie C, ultimamente anche di serie D, vanno cosi a farsi fottere. Il motivo è semplice: questa riforma vorrebbe dare più senso agonistico ad ogni singola gara della competizione; eliminando partite a loro avviso inutili. Avevamo letto qualche mese una proposta degli amici del Centro Storico Lebowski su un possibile coinvolgimento di tutte le squadre affiliate alla Figc/Lnd, di ogni categoria, nella coppa nazionale. In pieno stile Fa Cup o francese. La favola del Rumilly Vailleres, squadra di sesta serie francese, da noi invece non potrà mai verificarsi. La compagine transalpina, nonostante il loro campionato dilettantisco sia fermo per il Covid, è prossima a disputare la semifinale di Coppa di Francia ove incontrerà il Monaco. Un sogno per la piccola società inerpicata tra le Alpi dell’Alta Savoia. Cosi come non sarebbe mai possibile replicare i famosi giant killer d’oltremanica. Ma crediamo che l’obiettivo della nostra federazione è proprio questo. Nel mondo dello spettacolo, nel nome dell’appetibilita’ televisiva di ogni singola gara con il placet dei club che comandavano il calcio. Meno gare, e più certezza di accesso alle competizioni europee. Il tourbillon di notizie però non ci fa allontanare dalla nostra idea di calcio. Sarebbe bello dirlo ai pionieri del gioco più bello del mondo che il popolo non sa organizzare tornei, che non sa stilare formazioni o che non sa gestire una squadra. Ditelo ai creatori del gioco più bello del mondo. Oppure ditelo alle squadre di Calcio Popolare sparse per lo stivale. Forse non vi sapranno rispondere a parole, ma vi inviteranno ad unirvi a loro e capire che tutta quell’incapacita’ evidenziata in quell’arringa, nel calcio Popolare, invece è possibile, è realizzabile. Con i fatti e non con le parole. Il Calcio Popolare non si è prefissato l’utopica realizzazione dei sogni, bensi ha la mission precisa di riportare il calcio ad una dimensione più umana. In qualunque realtà del nostro paese. È evidente che il divario tra il calcio di interesse europeo e quello dilettantisco ormai è abissale. È quello “spezzatino” televisivo ormai protagonista del nostro calcio professionistico è chiaro che, metaforicamente, vuole essere riproposto anche per rimarcare definitivamente un profondo distacco dal calcio dilettantistico. Ed in nome di quello “spezzatino” ci torna in mente il messaggio del nostro striscione in foto, esposto tra i gradoni Popolari 4 anni fa!

Lunga Vita Al Calcio Popolare….Contro il Calcio Moderno!